Rifiuti
E’ un rifiuto qualsiasi materiale derivato da una attività umana e destinato all’abbandono o alla distruzione. I rifiuti sono classificati come urbani o speciali, a seconda della loro origine, e pericolosi o non pericolosi, a seconda delle loro caratteristiche. Gli scarti domestici, anche quelli ingombranti, l’immondizia, gli scarti vegetali provenienti da giardini e parchi: sono questi i rifiuti urbani. Quelli speciali, invece, derivano da lavorazioni industriali, da attività commerciali, dal recupero e smaltimento di rifiuti urbani; sono fanghi prodotti da trattamenti e dalla depurazione delle acque reflue, le sostanze e gli oggetti di risulta dell’attività sanitaria e le apparecchiature dei veicoli a motore. I rifiuti pericolosi, urbani o speciali, sono tutti quelli che contengono al loro interno dosi elevate di sostanze pericolose: come i medicinali scaduti o le pile esauste (rifiuti urbani) o gli scarti della raffinazione del petrolio, dell’industria chimica, metallurgica, conciaria e tessile (speciali) e che quindi devono essere gestiti con procedure specifiche.
La produzione e la gestione dei rifiuti negli ultimi decenni ha mostrato una crescita tale - dalla metà degli anni ‘90 quella italiana è quasi raddoppiata - da farne uno dei problemi più urgenti per il futuro del pianeta. Oggi, infatti, la maggior parte finisce in discarica o viene incenerita. Mentre le opzioni più efficienti restano residuali: il riuso, la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti, insieme alla riduzione in fase di produzione, sono invece i pilastri di una gestione integrata (la strategia delle “4R”) capace di dare una soluzione di lungo termine al problema, consentendo di risparmiare materie prime e ridurre l’uso delle discarica, e quindi anche lo sfruttamento e l’inquinamento del suolo.