Rapporto annuale "Ecomafia 2013"
16,7 miliardi di euro di fatturato, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 8.286 sequestri effettuati. Aumentano i clan coinvolti (da 296 a 302), quadruplicano i Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose (da 6 a 25), salgono gli incendi boschivi, cresce l’incidenza dell’abusivismo edilizio e soprattutto la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce e degli arresti.
Legambiente presenta il rapporto annuale “ECOMAFIA 2013”: tutte le storie e i numeri sulla criminalità ambientale
Nella classifica generale dell’illegalità ambientale in Italia nel 2012 la Puglia rimane stabile al quarto posto ma registra un record di sequestri, ben 1.303
Resta sul podio per il ciclo illegale del cemento, dei rifiuti e per il racket degli animali
34.120 reati, 28.132 persone denunciate, 161 ordinanze di custodia cautelare, 8.286 sequestri, per un giro di affari di 16,7 miliardi di euro gestito da numerosi clan: 302 quelli censiti nel 2012.
I numeri degli illeciti ambientali accertati lo scorso anno delineano una situazione di particolare gravità. Il 45,7% dei reati è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia) seguite dal Lazio, con un numero di reati in crescita rispetto al 2011.
Crescono nel 2012 anche gli illeciti contro gli animali e la fauna selvatica (+6,4% rispetto al 2011), sfiorando quota 8.000 e ha il segno più anche il numero di incendi boschivi che hanno colpito il nostro paese: esattamente +4,6% rispetto al 2011, un anno orribile per il nostro patrimonio boschivo considerato il picco del 62,5% rispetto al 2010. Sul fronte dei traffici illeciti di rifiuti si registra sempre di più uno spostamento nello scacchiere internazionale, dove prendono il predominio le mafie transazionali. Nel 2012 l’Ufficio centrale antifrode dell’Agenzia delle Dogane segnala che i quantitativi di materiali sequestrati nei nostri porti sono raddoppiati rispetto al 2011, passando da 7.000 a circa 14.000 tonnellate (principalmente cascami di gomma, materie plastiche e metalli).
La Campania continua a occupare il primo posto nella classifica dell’illegalità ambientale con 4.777 infrazioni accertate seguita dalle altre regioni a tradizionale presenza mafiosa: nell’ordine Sicilia, Calabria e Puglia.
È un’economia che non conosce la parola recessione quella fotografata da Ecomafia 2013, il rapporto annuale di Legambiente sull’illegalità ambientale presentato oggi a Bari nel corso di una conferenza stampa da Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia alla presenza di Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia, Ennio Cillo, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Lecce e Teresa Iodice, Sostituto Procuratore della Direzionale Distrettuale Antimafia di Bari.
“Nel Rapporto Ecomafia 2013, pur rimanendo stabile al quarto posto nella classifica generale delle illegalità ambientali - dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia - la nostra regione peggiora sia sul fronte del racket degli animali che del ciclo illegale del cemento. Infatti, l’abusivismo edilizio non accenna a diminuire, soprattutto sul Gargano, facendo salire la Puglia al secondo posto della classifica con ben 1.147 persone denunciate nel corso del 2012. Inoltre - continua Tarantini - nel ciclo dei rifiuti spicca l’incremento dei reati registrato in Puglia con un più 24% rispetto al 2011”.
Nella classifica generale dell’illegalità ambientale in Italia nel 2012, la Puglia rimane stabile al quarto posto con 3.331 infrazioni accertate, 3.251 persone denunciate, 28 arrestate e 1.303 sequestri effettuati. Per quanto riguarda il numero dei sequestri effettuati, la nostra regione è prima nel 2012. Mentre nella classifica provinciale dell’illegalità ambientale in Italia nel 2012 troviamo ben due province pugliesi: Bari al 5° posto e Foggia all’8° postorispettivamente con 1.037 e 826 infrazioni accertate.
Nel ciclo illegale dei rifiuti, la Puglia occupa stabilmente la terza posizione, ma con un significativo aumento degli illeciti (+24%). Infatti, le infrazioni accertate salgono a 522 con 691 persone denunciate, 15 persone arrestate e 344 sequestri effettuati. La maggior parte delle infrazioni accertate si concentrano nella provincia di Bari (185). In Puglia, dal 2002 ad oggi (10 maggio 2013), ci sono state ben 42 inchieste contro attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, cioè il 19,4% circa delle inchieste su tutto il territorio nazionale.
Venendo alle inchieste più importanti, a fine ottobre scorso i carabinieri del Noe, coordinati dalla Dda di Lecce, hanno fatto emergere un presunto traffico illecito di rifiuti speciali, in particolare ceneri industriali, che sarebbero state illecitamente smaltite in due siti (cave) del brindisino privi di autorizzazione per trattare rifiuti speciali pericolosi. Si tratta dell’operazione Cenerentola, dove tra gli indagati vi sono imprenditori e trasportatori a cui è stato contestato il reato di traffico e gestione illecita di rifiuti. Scenario simile in provincia di Foggia, dove i carabinieri del Noe coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari hanno portato a termine l’operazione Black Wear smascherando un vero e proprio traffico nazionale e internazionale di rifiuti speciali (materiale tessile) che ha prodotto l’evasione dell’ecotassa per circa un milione e mezzo di euro, ma soprattutto danni ambientali delle zone agricole demaniali dove gli “stracci” venivano bruciati o sotterrati nel terreno. Merita di essere menzionata anche l’operazione Alba Verde, svolta dalla Guardia di Finanza, che ha sequestrato nell’intera provincia di Bari cinque aree adibite a discariche abusive per una superficie complessiva di 80.000 metri quadrati, aree dove sarebbero state scaricate circa 190.000 tonnellate di rifiuti.
Inoltre, e non è certo una novità, la Puglia rimane la base logistica, la porta d’ingresso o d’uscita per i traffici internazionali di rifiuti. I fronti caldi sono sempre i grandi porti di Bari e Taranto. In particolare, negli ultimi mesi, nello scalo barese, l’intensa attività della Guardia di Finanza e delle autorità doganali ha portato al sequestro di numerose tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi destinati al traffico clandestino.Si tratta di rifiuti spediti nel Sud Est asiatico e costituiti principalmente da cascami di gomma e pneumatici fuori uso, materiale tessile, materiale plastico di scarto, carta da macero, rottami ferrosi e rifiuti elettrici ed elettronici. Rifiuti che molto spesso ritornano in Europa sotto forma di prodotti finiti, dopo essere stati lavorati illegalmente all'estero senza alcuna precauzione per la salute dei lavoratori e dell’ambiente.
Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia quest’anno sale al secondo posto (era al 3° nel 2011) con 640 infrazioni accertate e 384 sequestri effettuati mentre è prima la regione con il maggior numero di persone denunciate nel corso del 2012 ben 1.147. Nella classifica provinciale del mattone illegale Bari si piazza al 5° posto, Foggia all’11° e Lecce al 13° rispettivamente con 213, 160 e 140 infrazioni accertate. Nell’anno 2012, il Gargano ha rappresentato la porzione di territorio pugliese su cui si sono accanite maggiormente le lottizzazioni abusive. Tra le principali operazioni condotte da segnalare Neverland coordinata dalla procura della Repubblica di Lucera e condotta dai carabinieri del Noe di Bari e dal Corpo Forestale dello Stato inerente irregolari concessioni edilizie per la realizzazione di complessi di complessi di abitazioni nell’area del Parco del Gargano. Altri sequestri hanno riguardato alcune ville in località Siponto a Manfredonia, diverse strutture turistico-alberghiere a Mattinata, un cantiere edile dell’estensione di circa 21.000 mq a Rodi Garganico, nell’area protetta del Parco nazionale del Gargano, dove si stavano realizzando otto palazzine. Nel Salento, uno dei più importanti interventi contro l’abusivismo edilizio riguarda il sequestro di 53 miniappartamenti costruiti illegalmente a Porto Cesareo, in località Torre Lapillo.
Per quanto riguarda il racket degli animali (corse clandestine di cavalli, combattimenti tra cani, traffico di animali da compagnia, commercio di specie protette, macellazione clandestina, bracconaggio e pesca di frodo) la Puglia sale sul podio al secondo posto (l’anno scorso era al terzo) con 938 infrazioni accertate, 907 persone denunciate e 411 sequestri effettuati. Tra le prime dieci province italiane per infrazioni contro la fauna troviamo Bari con 324 infrazioni accertate (al 4° posto) e Foggia con 201 infrazioni accertate (al 9° posto). In Puglia continuano a tenere banco fenomeni criminali come le corse clandestine di cavalli, più radicate nel Sud Italia. L’operazione Febbre da Cavallo,coordinata dalla Procura di Lecce econdotta dal Corpo Forestale dello Stato e dagli uomini della squadra mobile della Questura di Lecce, ha portato al sequestro di una struttura utilizzata abusivamente come un vero e proprio ippodromo, oltre a 13 cavalli da corsa, numerosi calessi, materiale da equitazione e medicinali dopanti.
Negli ultimi anni le indagini sulle rinnovabili, sia legate alla presenza dei clan mafiosi sia relative a truffe economiche milionarie, hanno colpito anche la Puglia. Stando ai risultati investigativi dell’ultimo anno, sono i parchi per la produzione di energia solare a tenere banco. Ad aprile dello scorso anno vengono sequestrati dalla Guardia di Finanza ben 19 impianti fotovoltaici, realizzati sul territorio di Brindisi e del vicino comune di San Pietro Vernotico. Le accuse di lottizzazione abusiva, costruzione di impianti in aree sottoposte a vincolo paesaggistico e di aver aggirato la procedura autorizzativa regionale per le grandi installazioni. Sui parchi fotovoltaici ed eolici del brindisino avevano orientato i loro interessi anche membri del clan Buccarella di Tuturano: chiedevano pizzo a tutti i cantieri, sotto forma di dazioni in danaro, assunzioni, forniture. A scoprirlo, dopo anni di indagini, carabinieri del Comando provinciale di Brindisi con l’operazione Helios, conclusasi con 16 arresti. Da segnalare, anche, l’attività della procura della Repubblica di Lucera impegnata in indagini rilevanti legate all’attività di produzione di energia eolica e volte ad accertare il legame tra pezzi della pubblica amministrazione e imprese che si sospetta siano gestite da esponenti della criminalità organizzata.
Sul fronte dell’archeomafia, l’aggressione criminale al patrimonio artistico e archeologico, la Puglia, una delle regioni più ricche di reperti archeologici ma anche di tombaroli attivi, sale al nono posto con 45 furti.
“I numeri pugliesi di Ecomafia 2013 sono il frutto del forte impegno delle forze dell’ordine e della magistratura - conclude Tarantini - Ma non mancano, anche, le risposte da parte delle istituzioni regionali. Infatti la Regione Puglia, oltre ad aver istituito, sin dal 2007, una task force composta da tutte le forze dell’ordine, Arpa Puglia e Cnr-Irsa per monitorare, contrastare e prevenire i reati ambientali, ha approvato una legge regionale per cercare di frenare il fenomeno dell’abusivismo edilizio. In più a settembre partirà il No Ecomafia Tour, promosso da Legambiente Puglia, un’occasione per sensibilizzare e dibattere con i cittadini sul tema della criminalità ambientale e chiedere loro una maggiore collaborazione, perché quella contro l’ecomafia è una sfida che possiamo vincere insieme”.
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