Nuovo decreto "Salva Ilva"

Legambiente: "Scudo e disposizioni penali pro Acciaierie d'Italia sono un inaccettabile macigno scagliato su ambiente e salute dei cittadini di Taranto"

 

"Lo scudo e le altre disposizioni penali contenute nel decreto governativo sugli impianti di interesse strategico nazionale, o - più banalmente - pro Acciaierie d'Italia, nonché ultimo ed ennesimo salva-Ilva, sono assolutamente ingiustificabili". Questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia e Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto a proposito del nuovo decreto “salva Ilva”, varato dal Governo Meloni, che ripristina l'immunità penale e porta il 60% del capitale nelle mani di Invitalia per uno stanziamento di 680 milioni"

"Siamo di fronte ad un atto che costituisce una grave manomissione dell'autonomia della magistratura, cui si detta cosa può o non può fare e, con la paradossale scusa del ‘ragionevole’ bilanciamento tra l’interesse all’approvvigionamento di beni e servizi essenziali per il sistema economico nazionale e valori costituzionalmente garantiti, si getta un inaccettabile macigno sul diritto all'ambiente ed alla salute dei cittadini di Taranto".

"L'unico interesse che sembra guidare il Governo è l'aumento della produzione di acciaio a prescindere da come questo potrà essere realizzato. - continuano Ciafani, Ronzulli e Franco - Non c'è traccia dell'introduzione di una valutazione preventiva dell'impatto sanitario che stabilisca in maniera scientifica quanto acciaio si possa produrre a Taranto senza rischi inaccettabili per lavoratori e cittadini. Una valutazione che continuiamo a richiedere inascoltati da anni e che costituisce l'unica base accettabile per un reale possibile bilanciamento tra esigenze produttive e diritto all'ambiente, al lavoro, alla salute".

"Se queste sono le premesse – concludono i presidenti nazionale, regionale e tarantino di Legambiente - dubitiamo fortemente che il nuovo accordo annunciato dal Governo tra la multinazionale Arcelor Mittal e Invitalia segni davvero una svolta in direzione della effettiva decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico jonico e del definitivo affrancamento della città di Taranto dal peso di emissioni inquinanti che tanti danni hanno già apportato alla salute dei suoi abitanti".

 

Ufficio stampa Legambiente Puglia

Andrea Dammacco 347.5450655