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Nuovo impianto eolico offshore in Salento dopo quello di Brindisi

Nuovo impianto eolico offshore in Salento dopo quello di Brindisi

Le perplessità di Legambiente: “Dubbi sull’impatto ambientale e territoriale che potrebbe avere per la ravvicinata distanza alla costa. Chiediamo la realizzazione di uno studio di fattibilità prima di procedere con la VIA”.

 

La società Falck Rennowables ha presentato in conferenza stampa a Lecce un secondo progetto di impianto eolico offshore da realizzare in Adriatico fra Castro ed Otranto. Già qualche settimana fa la stessa società, seppur in modo molto più riservato, aveva presentato un progetto identico da realizzare davanti la costa brindisina.

Legambiente in quell’occasione aveva già manifestato, sia pubblicamente che nell'incontro con la società, il proprio favore rispetto alla realizzazione di un impianto offshore in Adriatico, in particolare nel brindisino, chiarendo quali fossero le condizioni per una concreta fattibilità.

Con la presentazione di questo nuovo progetto lungo la costa salentina, ci preme sottolineare che è ipotizzabile, qualora si decidesse di continuare con l’idea del grande parco eolico, un unico impianto. L’alternativa è la realizzazione di impianti di minor potenza così da ridurre l’impatto del progetto ipotizzato costituito da oltre 90 aerogeneratori in una fascia di mare fra i nove ed i 22 km dalla costa, lasciando libero il passaggio interno di 3 km per consentire la navigazione.

“La nostra associazione non cela la forte perplessità della proposta dell’impianto presentato tra Otranto e Castro, soprattutto in riferimento all’impatto ambientale e territoriale che potrebbe avere per la ravvicinata distanza alla costa. – hanno dichiarato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente nazionale e Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia - In sede di confronto per il progetto di Brindisi, ad esempio, abbiamo giù potuto rilevare criticità legate all'attraversamento del coralligeno, della prateria di poseidonia e del SIC mare antistante Cerano. Ciò premesso ci induce a richiedere alle società interessate la realizzazione di uno studio di fattibilità più approfondito che contenga le diverse opzioni e alternative da rimettere ad un dibattito pubblico per giungere alla scelta condivisa prima di procedere con la valutazione di impatto ambientale. È ben chiaro che l’iter procedurale avviato dalla società non può prescindere dalla valutazione da parte di tutti i soggetti interessati (istituzioni e associazioni) dei disciplinari delle richieste già presentate”.

Legambiente riconferma l'importanza degli impianti eolici offshore per chiudere la dipendenza dalle centrali termoelettriche alimentate a carbone o a metano e per offrire significative ricadute imprenditoriali ed occupazionali (tre posti di lavoro per ogni Mw), ma lo studio di fattibilità e il confronto sono le condizioni per condurre un esame tecnicamente approfondito e per lasciare al dibattito pubblico la scelta conseguente.

Questo tema inoltre riporta al centro del dibattito la necessità urgente di un nuovo Piano Energetico Regionale che ci doti del Piano delle aree non idonee per l’eolico e fotovoltaico a terra. Così come l’urgenza di un Piano nazionale da parte del Ministero della Transizione Ecologica con le linee guida per nuovi impianti eolici offshore che saranno sempre più richiesti.

Da non sottovalutare, inoltre, le recenti notizie del mercato: Legambiente chiede a Falck Rennowables di chiarire l'acquisizione in corso della maggioranza delle azioni societarie da parte del fondo Infrastructure Investments Fund (Iif) legato a JP Morgan

 

Ufficio stampa Legambiente Puglia

Andrea Dammacco 3475450655