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Smog e rumore, il monitoraggio del Treno Verde a Barletta

Decibel elevati in quasi tutti i punti monitorati, soprattutto nei pressi delle scuole
Valori di polveri sottili nella norma grazie anche allo spegnimento del forno della cementeria
Legambiente: “Per avere città libere dallo smog, dobbiamo liberare i territori dalla schiavitù delle fonti fossili. Anche per questo è fondamentale informare i cittadini sul referendum del 17 aprile e farli votare SÌ”
Mille studenti a bordo del convoglio ambientalista per visitare la mostra interattiva

Treno Verde 2016 Barletta - Conferenza

L’arrivo della bella stagione non deve far abbassare la guardia sul fronte dell’inquinamento atmosferico nelle nostre città. A Barletta i tecnici di Legambiente durante i giorni di sosta a Barletta non hanno riscontrato particolari criticità sul fronte dello smog, anche perché coincisi con lo spegnimento del forno della cementeria. L’inquinamento acustico è ancora un problema troppo sottovalutato, soprattutto nei pressi delle scuole dove si registrano i decibel più elevati.

È questa la fotografia scattata dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, in questi giorni a Barletta, nona tappa del convoglio ambientalista che sta completando il suo tour dell’Italia per monitorare la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico, ma anche per parlare di smart cities, ecoquartieri, mobilità nuova e stili di vita. I risultati del monitoraggio scientifico – realizzato grazie alla collaborazione con Valorizza, brand di Studio SMA e Gemmlab, e con il contributo scientifico La Sapienza e CNR – è stato presentato questa mattina in conferenza stampa da Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente; Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia; Mattia Lolli, responsabile Treno Verde di Legambiente; Giuseppe Cilli, presidente del Circolo Legambiente di Barletta e alla presenza di Pasquale Cascella, sindaco del Comune di Barletta e Ignazio Di Mauro direttore dello Spesal Asl Bat.

«L'inquinamento atmosferico nelle città italiane prodotto da trasporti, industria e riscaldamento è dovuto al consumo delle fonti fossili, a partire dai derivati del petrolio – dichiara Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente – Questo vale anche per Barletta, dove nella cementeria locale si brucia l’inquinante pet coke. Gli arresti di ieri dell'indagine del Noe dei Carabinieri di Potenza, legati allo smaltimento illegale di rifiuti della filiera petrolifera e che ha portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Guidi, ci ricordano come la filiera delle fossili e l’accentramento dell'approvvigionamento energetico produce anche un “inquinamento” territoriale e sociale che riguarda anche le istituzioni. Dobbiamo liberare tutti i territori dalla schiavitù delle fossili con un nuovo sistema energetico distribuito e democratico fondato su efficienza e rinnovabili e anche per questo è fondamentale informare i cittadini sul referendum del 17 aprile e farli votare SÌ».

I risultati del monitoraggio del Treno Verde non hanno evidenziato particolari criticità in questi giorni di sosta a Barletta, in linea con i rilevamenti delle centraline ufficiali dell’Arpa Puglia, probabilmente anche per condizioni atmosferiche favorevoli alla dispersione di inquinanti.

«È bene non abbassare la guardia perché c’è ancora tanto da fare – sottolinea Giuseppe Cilli, presidente di Legambiente Barletta – Il cementificio e l’azienda produttrice di fertilizzanti restano un problema molto sentito dalla cittadinanza e per i quali vanno trovate subito soluzioni. Sulle rilevazioni della nostra centralina posizionata nei pressi del cementificio ha sicuramente influito il fermo della lavorazione negli ultimi dieci giorni. Non si può pensare di risolvere questa problematica con interventi tampone. Servono coraggio e scelte chiare. Se la delocalizzazione è un’ipotesi ancora non presa in considerazione, allora vanno intraprese subito azioni a tutela della salute dei cittadini, a partire da un monitoraggio costante nell’aria industriale da parte delle autorità preposte, chiudere il deposito del pet coke all’aperto in un impianto chiuso e pensare a una decarbonizzazione. Così come serve più coraggio nel proporre e progettare nuove pedonalizzazioni, introdurre definitivamente il sistema del park and ride con il sistema della tariffazione concentrica per rendere più vivibile la nostra città, per ridurre ancora di più l’uso di mezzi privati, chiudere al traffico le vie limitrofe agli edifici scolastici negli orari di ingresso ed uscita. Sarebbe un primo passo per affrontare smog e inquinamento acustico finalmente in un’ottica ad ampio raggio».

Le città sono il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni. Per questo è indispensabile ripartire dai centri urbani facendo scelte innovative per farle uscire dall’immobilismo attuale in cui si trovano e affrontare i problemi legati all’inquinamento ambientale e alla vivibilità quotidiana.

«I Comuni pugliesi devono "pedalare" ancora molto per ridisegnare la mobilità urbana in una logica di sostenibilità, sicurezza, efficienza e qualità ambientale – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – Per porre un freno all'inquinamento atmosferico in città, che contribuisce all'aumento di patologie respiratorie, soprattutto nei bambini, e cardiovascolari negli anziani, è indispensabile adottare misure più concrete, strutturali ed efficaci come l'incremento del trasporto pubblico locale, l’estensione delle zone 30 e delle aree pedonali e favorire l'incremento degli spostamenti in bicicletta lungo le strade cittadine. La soluzione è dunque possibile, ma richiede più coraggio da parte degli amministratori, e più responsabilità da parte dei cittadini. Senza dimenticare che l’inquinamento atmosferico non arriva solo da fonti urbane, ma anche dalle sostanze emesse dai camini industriali. Basta ricordare la vicenda di Taranto per rendersi conto che occorre una efficace e coraggiosa strategia nazionale e regionale per la qualità dell’aria accompagnato da studi accurati sulle fonti di emissione, eseguiti su scala locale e urbana. Non c’è più tempo da perdere, c’è bisogno di città più vivibili, sostenibili, all’avanguardia e libere dallo smog».

IL MONITORAGGIO SMART DEL TRENO VERDE – la novità

Il monitoraggio del Treno Verde non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un’istantanea, in termini d’inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all’interno dei quartieri delle nostre città. Proponiamo un approccio metodologico diffuso, una campionatura itinerante che, messa a regime, permetterebbe alle città di individuare le criticità e attuare risoluzioni concrete e mirate, a servizio del benessere e della sicurezza dei cittadini. I tragitti individuati per il monitoraggio itinerante – che grazie a una strumentazione portatile consente di misurare in continuo i valori di inquinanti (PM10, PM2,5 e PM1) - sono stati scelti in maniera tale da poter effettuare un confronto tra le diverse aree di un tessuto urbano. È stato possibile così rilevare in tempo reale le concentrazioni nell’aria delle polveri sottili e del rumore simulando, quindi, i livelli d’inquinamento che ogni cittadino respira spostandosi tra le strade cittadine. L’obiettivo – oltre scattare un’istantanea del quartiere preso in esame – è quello di informare in tempo reale i cittadini e gli amministratori attraverso la pubblicazione dei risultati del monitoraggio sul portale www.trenoverde.it, facilmente accessibile e consultabile, che restituisce una mappatura di dettaglio dell’area presa in esame, così da avere un valido strumento per studiare e pianificare le soluzioni per migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano.

I percorsi effettuati dai tecnici di Legambiente nella giornata del 30 Marzo hanno registrato medie di PM10 rispettivamente di 13,37, 16,75 e 32,32 microgrammi/metro cubo.

Nello specifico il percorso A (via Brigata Barletta, via Monfalcone, via Francesco Rizzitelli, via Vitrani, via Ferdinando d’Aragona, via Andria, via Amerigo Vespucci, Giardini Pubblici), eseguito in tarda mattinata ha mostrato solo due picchi di 17,4 (individuabile sulla mappa come punto A9) e 18,8 (punto A10) microgrammi su metro cubo di PM10; le medie delle due postazioni di monitoraggio sono risultate leggermente superiori alla media totale del percorso in quanto vicino ad uno snodo ad elevato traffico della città (tra viale Regina Elena, via Trani, via Andria e Corso Camillo Benso).

Il percorso B (Stazione Centrale, via Carlo Giannone, Piazza Aldo Moro, via Antonio Nanula, via Borgo Vecchio, Corso Vittorio Emanuele II, via Enrico Cialdini, via del Duomo, via Mura San Cataldo), eseguito nelle prime ore della mattina del 30, ha invece attraversato la parte interna della città ad eccezione degli ultimi 3 punti di monitoraggio (B8, B9, B10) che riguardano zone a traffico limitato e pedonali vicino alla costa ed hanno mostrato i valori più alti del percorso con una media di 19, 20 e 21 microgrammi/metro cubo.

Il percorso C (via Armando Diaz, via Torino, via Colonnello Grasso, via Napoli, via San Francesco d’Assisi, via Raffaele Musti, via Boggiano, via Regina Margherita, Giardini Piazza Principe Umberto), eseguito nel tardo pomeriggio del 30 marzo, è risultato essere il percorso con la concentrazione più elevata di polveri sottili. Il percorso ha attraversato una delle zone più densamente urbanizzate e trafficate della città, con molti edifici ravvicinati tra loro che favoriscono la concentrazione del particolato nell’aria lungo le strade. Il monitoraggio è stato effettuato in orario pre-serale (con una evidente più alta concentrazione di auto che rientrano nella zona abitata) e che potrebbe giustificare i valori più elevati di inquinanti annotati. I valori più alti del percorso sono stati registrati nei punti C7 (Via Giacomo Boggiano) e C9 (Viale Regina Margherita), rispettivamente con una media di 45,5 e 38,8 microgrammi/metro cubo.

Il monitoraggio del Treno Verde oltre al Pm10 esamina attentamente un’altra componente importante dell’inquinamento presente nelle nostre citta?, quella del rumore, spesso sottovalutata ma che ha conseguenze sul benessere e sulla qualita? della vita e sta diventando sempre piu? una minaccia per la salute pubblica. Gli studi attestano oramai da alcuni anni questa nuova evidenza: oltre 125 milioni di cittadini dell’Unione Europea e? sottoposta a livelli d’inquinamento acustico considerati inaccettabili, per lo piu? derivanti dal traffico.

Oltre ai percorsi, i tecnici di Legambiente hanno eseguito 5 hot spot (postazioni fisse di mezz’ora) nella mattinata del 31 marzo, rilevando sia l’inquinamento atmosferico, sia appunto l’inquinamento acustico.

L’hot spot 1 è stato posizionato sulla pista ciclabile del Lungomare Pietro Paolo Mennea, ed ha rilevato una concentrazione di PM10 di 43,82 microgrammi/metro cubo, più alta rispetto ai valori riscontrati lungo i percorsi del giorno precedente, ciò potrebbe essere dovuto dalle polveri provenienti dal mare. Il valore di Leq è pari a 64,7 decibel, il che suggerisce un superamento del limite previsto dalla zonizzazione di 60 db.

L’hot spot 2 situato nei Giardini del Castello Svevo ha registrato un valore nella componente acustica e in quella atmosferica più basso del primo hot spot, e cioè di 53,8 db e sui 30,26 microgrammi/metro cubo per il PM10.

L’hot spot 3 su Via Pozzo Sant’Agostino ha dato un valore medio di PM10 di 16,28 microgrammi/metro cubo, il quale si avvicina di più ai records registrati durante i percorsi A e B. Il valore Leq pari a 58,6 db invece si trova sulla soglia del limite di zonizzazione.

Il quarto hot spot eseguito a Villa Bonelli ha mostrato un valore di PM10 di 18,12 microgrammi/metro cubo e un valore Leq di 53,8 db.

Infine, si è scelto di posizionare l’ultimo hot spot davanti la scuola elementare San Domenico Savio (in Via Canosa) alle ore 13, orario di uscita degli studenti. Questo ha portato ad un alto valore della componente acustica, di 69,2 decibel, quindi ad un superamento del limite previsto dalla zonizzazione dell’area. Un valore maggiore della media degli altri hot spot rilevati anche per la media del PM10: 31,95 microgrammi/metro cubo.

È stata inoltre installata una centralina fissa in via Andria, nei pressi del Cementificio del gruppo Buzzi. Sono stati monitorati i diversi inquinanti atmosferici (tra i quali Pm10, Pm2,5, Ozono, CO2) i cui valori non hanno rilevato particolari criticità, anche grazie allo spegnimento dei forno. Dal 21 marzo, infatti, le attività di incenerimento dell’impianto sono ferme.

Nei giorni di tappa del Treno Verde a Barletta circa mille studenti delle scuole della provincia hanno visitato la mostra didattica e interattiva allestita a bordo delle quattro carrozze.

La mappa interattiva del monitoraggio con tutti i dati rilevati è disponibile su www.trenoverde.it

 

Ufficio stampa Treno Verde 
Luigi Colombo 347 4126421 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ufficio stampa Legambiente Puglia 
Elisabetta Di Zanni 347 6645685 - 
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www.trenoverde.it - www.legambiente.it
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Il Treno Verde è una campagna di Legambiente e Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Partner

Airlite; Eco Plus; eServizi; EuroSintex; Mielizia; Teon; Weber Saint-Gobain

Partner tecnologici

Valorizza - brand di Studio Sma e Gemmlab

Partner didattici

Museo A come Ambiente; Città della Scienza

Explora - Museo dei Bambini Roma; Muba - Museo dei Bambini Milano

Con il contributo scientifico di

Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Ingegneria astronautica, elettrica ed energetica; CNR

Media Partner

La Nuova Ecologia, Rinnovabili.it

Si ringrazia l’Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie di Roma per la progettazione della mostra a bordo


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