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Rapporto Ecosistema Scuola 2017

Rapporto Ecosistema Scuola 2017

Legambiente presenta l’indagine annuale sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture

e dei servizi scolastici nei comuni Capoluogo di Provincia

In Puglia sono pari al 24,3% le scuole che necessitano di interventi di manutenzione urgente

Sotto la media nazionale i dati relativi all’acquisizione delle certificazioni degli edifici scolastici

Sul fronte dell’efficienza energetica la Puglia è la regione italiana che vede la maggior presenza di impianti nelle scuole dei comuni capoluogo

Non mancano esperienze innovative e sostenibili: esempi virtuosi nella Bat, a Bisceglie e Andria

La Puglia appare una regione con edifici scolastici di più recente costruzione rispetto alla media nazionale, visto che il 55,3% di essi risulta costruito dopo il 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica, contro il 36,4% del dato medio nazionale.

In particolare, su 302 edifici scolastici pugliesi monitorati il 24,3% necessita di interventi di manutenzione urgenti. Solo l’1,8% delle scuole ha effettuato indagini diagnostiche dei solai e sono pari al 4,8% gli edifici in cui sono stati realizzati interventi di messa in sicurezza.

Se nessuna informazione viene fornita in merito ai fondi stanziati per la manutenzione straordinaria, la spesa media a edificio per l’ordinaria (7.619 euro) risulta superiore alla media nazionale. Lecce è tra le prime cinque città in Italia ad aver ottenuto maggiori finanziamenti regionali, considerata la media a edificio.

È questa la fotografia scattata da Ecosistema Scuola 2017, l’indagine di Legambiente sullo stato di salute dei 302 edifici scolastici pugliesi frequentati da oltre 73mila studenti presenti nei comuni Capoluogo di provincia ovvero Bari, Foggia e Lecce. Giunta alla XVIII edizione, l’indagine rileva, attraverso un questionario inviato ai comuni capoluogo di provincia, i bisogni, i punti di avanzamento e le carenze del sistema complessivo di gestione del patrimonio edilizio scolastico.

«Il tema della messa in sicurezza degli edifici – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – è la massima priorità e la necessità di capire i problemi e i rischi appare in tutta la sua urgenza. Le scuole sono ancora poco sicure, visto che il patrimonio scolastico è stato costruito solo per il 2,7% secondo criteri antisismici, a cui si aggiunge che il 24,3% delle scuole necessita ancora di interventi urgenti. Positivo invece il dato sull’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Serve dunque investire su politiche che intreccino la sostenibilità e la sicurezza degli edifici con la diffusione delle buone pratiche. I buoni esempi non mancano, come nel caso di Bisceglie e Andria, dove vi sono due strutture costruite nel rispetto dei criteri di risparmio energetico. Le nostre scuole possono e devono diventare un cantiere di innovazione diffusa, per uscire da una situazione di sprechi in bolletta, per restituire alle città e agli studenti spazi sicuri e adatti a una moderna didattica ».

Le certificazioni nelle scuole dei capoluoghi pugliesi sono insufficienti, quasi tutte sotto la media nazionale:solo il 38,7% degli edifici ha quella di collaudo statico, il 23,4% quella di idoneità statica e il 18% di agibilità, mentre superiori alla media risultano i dati relativi alla certificazione igienico-sanitaria (94,1%) e di prevenzione incendi (67%). Gli edifici con impianti elettrici a norma sono pari al 69,8% mentre è buono il dato sugli edifici con i requisiti di accessibilità pari all’ 87,4%.

Sul fronte dell’efficienza energetica la Puglia è la regione italiana che vede la maggior presenza di impianti nelle scuole dei comuni capoluogo: sono il 70,3% quelle in cui sono presenti, contro il 18,1% della media nazionale. Tra questi edifici, il 90,4% ha impianti solari fotovoltaici, il 15,4% solari termici.

Rispetto ai monitoraggi ambientali, vi sono situazioni di rischio indoor per le scuole pugliesi: nel 66,7% dei casi i comuni intervengono effettuando monitoraggi sulla presenza di amianto, con lo 0,5% di casi certificati e il 3,2% degli edifici in cui si sono svolte azioni di bonifica.

Il 33,3% dei comuni ha effettuato monitoraggi sulla presenza di radon nelle scuole, cui sono seguiti uno 0,9% di casi certificati e uno 0,9% di edifici in cui si sono svolte azioni di bonifica. Le antenne cellulari costituiscono la principale fonte di rischio ambientale outdoor, con il 16,8% degli edifici in prossimità. Su queste, non risulta tuttavia effettuato alcun monitoraggio elettromagnetico ad alte frequenze.

Nel dossier di Legambiente non mancano, però, alcune esperienze positive, innovative e sostenibili che possono essere replicate e fungere da stimolo al grande progetto di riqualificazione di cui il patrimonio edilizio scolastico avrebbe bisogno. È il caso della scuola dell’infanzia “Sandro Pertini” di Bisceglie (Bt), inaugurata a maggio 2017, energeticamente autosufficiente: grazie all’utilizzo di batterie di stoccaggio che permettono di immagazzinare l’energia prodotta, per l’approvvigionamento di energia, la scuola non ha bisogno di affidarsi alla rete di fornitori terzi.

Costruito secondo i criteri di architettura bioclimatica, c’è poi l’asilo nido comunale “A. Gabellli” di Andria (Bt), costruito nel 2012, dove grande attenzione è stata posta ai criteri di risparmio energetico, nel rispetto della normativa vigente, e all’uso di impianti generati da fonti rinnovabili. La struttura è dotata di un impianto di recupero delle acque meteoriche che consente una corretta ed economica gestione dell’irrigazione del giardino posto sul tetto, altro elemento caratteristico e innovativo dell’edificio.


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