Scarichi a Torre Guaceto
Il Ministero dell’Ambiente scrive alla Regione Puglia sulla Valutazione di Incidenza Ambientale
Legambiente: «È paradossale che in presenza di un’area di massima tutela la Regione non abbia effettuato la Valutazione d’Incidenza Ambientale»
Dopo il sopralluogo del Reparto Ambientale Marino del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, la Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha scritto alla Regione Puglia chiedendo di acquisire gli atti della Valutazione d’incidenza effettuata sull’autorizzazione provvisoria allo scarico nel Canale Reale. Com’è noto, la inderogabile procedura deve essere effettuata per tutti quei progetti che possono avere incidenze significative sullo stato di conservazione di habitat e specie di interesse comunitario appartenenti alla Rete Natura 2000.
«Ci chiediamo come mai - precisa Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - la Regione Puglia non abbia mai attivato la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale sullo scarico temporaneo delle acque nel Canale Reale, sito di interesse comunitario nonché zona di massima tutela dell’area marina protetta di Torre Guaceto. Oggi, anche in virtù dell’incontro tenutosi lo scorso 7 ottobre presso la Presidenza della Regione Puglia al quale abbiamo partecipato, riteniamo quanto mai urgente realizzare, in attesa dell’entrata in esercizio della condotta sottomarina, le trincee disperdenti quale recapito alternativo, e non complementare, a quello di Canale Reale».
Da anni l’associazione ambientalista, attraverso i prelievi effettuati nell’ambito della campagna Goletta Verde, denuncia il cattivo stato di salute di Canale Reale, un pericolo serio per la biodiversità dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, e ribadisce la necessità di trovare una soluzione definitiva al problema degli scarichi con la realizzazione della condotta sottomarina.
«Tuttavia non possiamo non accogliere con favore - continua Tarantini - l'entrata in esercizio del depuratore consortile di Carovigno che riduce a dieci il numero di impianti che scaricano direttamente in falda con gravi danni per la stessa. A tal riguardo si ricorda che, proprio alla vigilia della stagione balneare, l’Unione Europea ha avviato una nuova procedura di infrazione ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane. Dopo già due condanne a carico del nostro Paese, che hanno coinvolto anche agglomerati pugliesi (tra cui San Vito dei Normanni, ndr), l'attuale procedura di infrazione ne coinvolge 37 per un totale di 2milioni e cinquecento abitanti equivalenti».
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