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Parco Regionale Costa Ripagnola

Parco Regionale Costa Ripagnola

Legambiente Puglia: «A un mese dall’ultima Conferenza di Servizio sulla realizzazione di un resort a Costa Ripagnola ci rivolgiamo all’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio affinché si chiuda questa brutta pagina per il patrimonio naturalistico-ambientale della Puglia»

 

«Lo ribadiamo ancora: non è ammissibile istituire un Parco regionale e al tempo stesso autorizzare interventi speculativi che favoriscono il consumo di suolo. A un mese dall’ultima Conferenza di Servizio sulla realizzazione di un resort a Costa Ripagnola, ci rivolgiamo all’assessore all’Ambiente Anna Grazia Maraschio affinché si chiuda questa brutta pagina per il patrimonio naturalistico-ambientale della Puglia. È discutibile l’assenza, nell’ultima Conferenza di Servizio, sia delle varie associazioni ambientaliste sia del Comitato regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale, quest’ultima dovuta al fatto che la CdS si è svolta sulla prima autorizzazione rilasciata il 26 febbraio 2019 senza tenere conto dei contenuti del riesame svolto dall’attuale Comitato VIA l’11 ottobre 2019, data in cui sono stati approfonditi argomenti alla base della precedente conferenza del primo marzo, tra cui la proposta di un’interpretazione diversa rispetto al parere dell’ufficio urbanistica regionale del settembre 2019 a cui si fa riferimento nel corso della Conferenza di Servizio. È singolare inoltre che non vi sia traccia, nell’elenco della documentazione inserita sul portale SIT Puglia, della seduta del Comitato VIA regionale dell’11 ottobre 2019 e del suo verbale con i relativi documenti allegati».

Così Ruggero Ronzulli, direttore di Legambiente Puglia, sull’eventuale costruzione di un resort nel Parco regionale di Costa Ripagnola. L’associazione ambientalista sottolinea che nell’ultima Conferenza di Servizio si sarebbe tentato di suddividere l’atto di annullamento adottato dal Comune di Polignano a Mare per affermare che la non coerenza della rappresentazione dello stato dei luoghi non incide sul parere sulla compatibilità urbanistica, benché le opere contestate abbiano una valenza sulla trasformazione degli elementi di carattere storico e ambientale. Circostanza rilevata efficacemente dal dirigente del Dipartimento Ecologia e Paesaggio della Regione Puglia con un riferimento al Codice Beni Culturali e Paesaggio. Meno deciso sarebbe stato l’intervento del dirigente del Servizio urbanistico regionale che, invece, si riserva di rivalutare quanto di propria competenza.

Suscita perplessità, secondo Legambiente Puglia, la posizione della Sovrintendenza che continua a sostenere l’assenza di elementi utili per far rivedere il parere rilasciato dalla CdS del febbraio 2019, nonostante sia chiara la presenza di interventi sulle componenti di valenza storica e ambientale, non in linea con le autorizzazioni.

I risultati della Conferenza di Servizio dello scorso primo marzo avevano spinto Legambiente a lanciare una provocazione sui social che “invitava a prenotare una suite-trullo” nel Parco, a seguito della possibile e definitiva autorizzazione alla costruzione di un resort di lusso.