Quattro zone di grande pregio ambientale del Sud Italia da salvare: parte il crowfunding per valorizzare natura e territorio.
RigenriAMO la Naturaè il progetto per la valorizzazione di 4 oasi del Mezzogiorno d’Italia promosso da Intesa Sanpaolo, Legambiente e Fondazione La Notte della Taranta. Un viaggio nella bellezza di un’Italia meno conosciuta e spesso, per questo, trascurata.
Grazie al contributo di tutte le persone che decideranno di partecipare a RigeneriAMO la Natura, sarà possibile riqualificare, con progetti semplici e concreti, quattro aree pregiate dal punto di vista ambientale in Puglia, Calabria, Campania e Basilicata.
Cosa sarà fatto e dove
Puglia: la Baia di Torre Squillace, nel comune di Nardò, al centro della zona di protezione dell’area marina protetta di Porto Cesareo, da rendere fruibile con percorsi guidati per scoprire la storia della Torre e del patrimonio naturale che la circonda;
Calabria: le Dune di Sovereto, a Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, con habitat naturalistici e sentieri da ripristinare;
Campania: l’Oasi dei Variconi, a Castelvolturno, in provincia di Caserta, meta di tantissimi amanti del birdwatching, devastata da un incendio doloso;
Basilicata: la Zona di protezione speciale “Costa Ionica Foce Cavone”, a Pisticci, in provincia di Matera, ricca di dune, spiagge e fauna da osservare ma non accessibile alle persone disabili.
Attiva fino al 24 luglio su www.naturealert.eu/it la consultazione online aperta a tutti i cittadini europei.
Ci è rimasto davvero poco tempo. Gli animali, le piante e gli habitat più preziosi sono in grave pericolo. Le leggi europee che proteggono la nostra natura rischiano di essere modificate e i nostri scienziati ci hanno già messo in guardia sugli effetti devastanti di questi cambiamenti.
Per questo motivo 100 associazioni ambientaliste europee hanno lanciato insieme in tutta Europa una grande Campagna sul web per salvare la natura europea dai propositi di deregulation della Commissione Europea, che sta effettuando un’approfondita valutazione delle direttive sulla natura “Habitat” e “Uccelli”, per verificare se esse sono coerenti ed efficaci rispetto agli obiettivi di conservazione della biodiversità europea. Un processo, questo che si tiene in un clima ostile alla conservazione della natura e che, secondo le associazioni promotrici della campagna, rischia di cancellare decenni di progresso nella protezione dell'ambiente.
Le direttive “Habitat” e “Uccelli” sono infatti riconosciute come tra le più forti leggi al mondo per la difesa di animali selvatici, piante e habitat dall’estinzione. Grazie a queste normative, l’Europa ha oggi il più grande network al mondo di aree protette: la reteNatura 2000, che copre circa il 20% del territorio europeo e il 4% dei suoi siti marini.
Pochi controlli e scarsa informazione. Le politiche e i servizi per gli animali ancora troppo disomogenee o addirittura ignorate
“Animali in città“ è il Rapporto nazionale sui servizi e le attività dei Comuni capoluogo di provincia e delle Aziende sanitarie locali per gli amici a quattro zampe che Legambiente presenta per il quarto anno consecutivo.
Il quadro che emerge dallo studio dei dati, ottenuti con un questionario specifico agli enti preposti, è ancora vago e dismogeneo. Sono pochissimi gli enti in grado di assicurare servizi di qualità ai nostri amici animali e corrette informazioni ai cittadini che se ne prendono cura.
Vogliamo battere il Guinness World Record per il più grande gesto d’amore per la natura? Il 21 novembre, tutti, alle 12, abbracciamo un albero!
Come ogni anno il 21 novembre, per la Festa dell'Albero, pianteremo centinaia di giovani alberi lungo la penisola per fare le città più verdi e vivibili e sottrarre al degrado angoli brutti e abbandonati.
Ma un gesto in più quest'anno unirà da nord a sud le nostre iniziative in difesa del verde urbano, un gesto che parla al cuore di chi come noi ama la natura: abbracceremo un albero. Lo faremo nei territori dove il verde rischia di sparire sotto al cemento e il rischio idrogeologico è diventato una minaccia ad ogni pioggia. Abbracceremo un albero per accendere i riflettori sul patrimonio nazionale di biodiversità e per gratitudine verso i nostri amici che ci regalano aria pulita, ombra, frutti.
Insieme ai sindaci, alle scuole, agli artisti, agli sportivi, insieme ai cittadini di razze e culture diverse, insieme a voi, il 21 novembre abbracceremo un albero!
Vogliamo battere il Guinness World Record per il più grande abbraccio simultaneo agli alberi.
L’indagine di Legambiente sui servizi e le attività dei Comuni capoluogo di provincia per la tutela e la gestione degli amici a quattro zampe. Su 81 Comuni, l’86% ha una struttura comunale per affrontare le problematiche animali, mentre il 72% s’informa sul numero dei cani iscritti all’anagrafe canina. Ancora troppo pochi i servizi offerti: solo il 34% dei Comuni costieri ha adottato un regolamento per l’accesso al mare e al lago. Prato, Bolzano e Modena le migliori città nella classifica di Legambiente
Un Paese pigro e poco attento alla tutela e alla gestione degli animali. Le migliori città raggiungono oggi a malapena la sufficienza (60 punti su100) in un settore che, invece, dovrebbe ottenere punteggi ben più alti considerata la grande presenza di amici a quattro zampe in città. È quanto emerge dalla terza edizione “Rapporto Animali in Città”, l’indagine di Legambiente dedicata ai servizi e alle attività dei Comuni capoluogo di provincia per la tutela e la gestione degli animali, realizzata attraverso un questionario inviato a 104 Amministrazioni comunali ed a cui hanno risposto 81 Comuni. Il quadro che viene fuori è quello di un Paese che, seppur ama gli animali, è ancora molto indietro nell’effettiva tutela e nei servizi offerti ai cittadini e ai loro animali d’affezione.
Se l’86%delle amministrazioni dichiara di avere un assessorato e/o un ufficio comunale dedicato ad affrontare le problematiche animali, scende al 72% il numero delle amministrazioni che ha semplicemente chiesto alle ASL quale fosse il numero dei cani iscritti all’anagrafe canina (ad eccezione di Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia dove i Comuni tengono l’anagrafe canina), strumento indispensabile per fronteggiare il randagismo in Italia. Per quanto riguarda i servizi mancano sufficienti spazi aperti dove portare quotidianamente a spasso i propri amici a quattro zampe: in media nei Comuni italiani è presente uno spazio dedicato ogni 28.837 cittadini. Ed ancora il 47% dei Comuni ha dichiarato di aver adottato regolamenti per l’accesso degli amici a quattro zampe in uffici e/o locali aperti al pubblico, mentre solo il 34% dei Comuni costieri che ha risposto al questionario ha adottato un regolamento per l’accesso al mare o al lago. Dati ancor più negativi arrivano anche quest’anno dalla conoscenza della biodiversità animale in città: solo il 26% dei Comuni realizza una mappatura delle specie animali presenti sul territorio. Nella Penisola le città che nel complesso si impegnano maggiormente per gli animali d’affezione sono le città medie che, nella classifica finale dell’indagine di Legambiente, superano la sufficienza come Prato, prima in graduatoria (79,36), seguita da Bolzano (74,34) e Modena (71,42). Le grandi e le piccole città, invece, arrancano. Padova, seppur prima tra le grandi città, ha un punteggio appena al di sotto della sufficienza (59,97) seguita da Firenze (50,81) e Verona (47,99). Tra le piccole città il gradino più alto lo conquista Pordenone che supera di poco la sufficienza (63,5), seconda e terza posizione in classifica per Chieti (59,1) e Biella (57,51).
Biodiversità a rischio.La perdita di biodiversità nel Pianeta avanza a ritmi sconcertanti. Degradato il 60% degli ecosistemi terrestri. Anche in Italia specie a rischio estinzione.
L’Italia ospita circa 67.500 specie di piante e animali, circa il 43% di quelle descritte in Europa e il 4% di quelle del Pianeta. Una straordinaria varietà biologica a rischio per le attività antropiche che stanno accelerando l’inquinamento dell’aria e distruggendo gli habitat. La Lepre Italica, la Rana di Lataste, il Barbastello Comune, l’Ululone Appenninico, rischiano di scomparire. Nel resto del mondo la perdita di biodiversità avanza con tassi che incidono da 100 a 1000 volte più del normale. Negli ultimi 50 anni, si è degradato il 60% degli ecosistemi terrestri con pesanti ripercussioni socio economiche.