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Imprese, ambiente e legalità

Imprese, ambiente e legalità

“Imprese, ambiente e legalità”, il corso di formazione sugli ecoreati e i nuovi strumenti a difesa dell’ambiente e delle aziende promosso da Legambiente e Cobat

 

Domani 20 febbraio - ore 10.30-17.30

 

Sala Convegni di Confindustria Bari-Bat - via Amendola, 172/5 - Bari

 

 

La legge 68/2015 è la risposta concreta al dilagare degli ecoreati, deterrente efficace contro il business delle ecomafie, valido strumento per frenare illegalità, abusivismo e criminalità ambientale. Grazie all’entrata in vigore di questa legge, aziende e imprese oneste sentono di essere finalmente tutelate nelle loro attività. Si inaspriscono infatti le pene nei confronti di chi inquina e lede l’ambiente, praticando una sleale concorrenza verso chi invece lo rispetta.

Legambiente e Cobat, per delineare un quadro complessivo della riforma e motivare le aziende “etiche” che formano l’ossatura economica del Paese, hanno promosso un percorso di formazione specifica, che in una logica di squadra vede incrociarsi esperienze e prospettive future.Imprese, Ambiente e Legalità. Gli ecoreati e i nuovi strumenti a difesa dell’ambiente e delle aziende rispettose della legge’ è il titolo del seminario che si terrà domani 20 febbraio a Bari, parte di un più ampio ciclo di incontri iniziato nei mesi scorsi e destinato a quattro regioni: Toscana, Veneto, Emilia Romagna e Puglia.

Ai saluti di Domenico De Bartolomeo, Presidente Confindustria Puglia, seguiranno gli interventi di Stefano Ciafani, Presidente Nazionale Legambiente; Giancarlo Morandi, Presidente Cobat;  Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia; Antonio Pergolizzi, Legambiente; Renato Nitti, Sostituto Procuratore Direzione Distrettuale Antimafia di Bari; Nicola Altiero, Generale Guardia di Finanza; Vincenzo Muscatiello, Professore di Diritto penale Università degli Studi di Bari Aldo Moro; Andrea Carluccio, Responsabile Area Produttori/Importatori Cobat; Vito Bruno, Direttore Generale Arpa Puglia.

L’esigenza di un percorso formativo nasce dalla consapevolezza di una reale rivoluzione epocale, segnata dalla legge 68/2015, per la salvaguardia dell’ecosistema e della biodiversità animale e vegetale. Rilevanti sono le modifiche sia nel codice penale, inserendo il nuovo Titolo VI-bis per i delitti contro l’ambiente, sia nel Codice dell’Ambiente con l’introduzione della parte sesta-bis che disciplina le procedure di eliminazione dei reati contravvenzionali.

Il corso prevede un confronto attivo con le imprese, da un lato vittime nel mirino degli ecocriminali, dall’altro, strumento e via principale per contrastarli.

«L’intreccio tra illegalità, corruzione e mafie rappresenta un’autentica minaccia per l’economia e l'ambiente - dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. La legge, che ha introdotto nel codice penale i delitti ambientali, ha contributo a renderci un paese normale, dove chi inquina finalmente paga per quello che ha fatto e in questi tre anni la legge ha contributo a far diminuire gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente. Per sostenere la legalità in ogni sua forma è però importante l’impegno di tutti, a cominciare dal mondo delle imprese, per promuovere un’economia sostenibile e innovativa fondata sul pieno rispetto della legalità, sui principi della solidarietà, capace di creare lavoro e contribuire alla custodia dei patrimoni del nostro Paese.

Nel rapporto Ecomafia 2018 - continua Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, la Puglia conferma un terzo posto nella classifica regionale dell’illegalità ambientale con 3.119 infrazioni accertate. I numeri pugliesi sono il frutto di un diffuso e capillare lavoro di controllo del territorio e contrasto delle illegalità ambientali svolto dalle Forze dell’Ordine e dalla magistratura che, ormai da tre anni, possono contare sulla legge 68/2015 contro chi pensa di lucrare a danno della salute dei cittadini e del territorio».

Scopo principale del seminario è illustrare finalità e contenuti di una riforma per lungo tempo attesa, ancorandola ai casi concreti, penetrando e chiarendo la complessità di norme e regolamenti che disciplinano la tutela ambientale nel nostro ordinamento.

Saranno approfonditi in particolare il ruolo della prevenzione e della compliance, sia in ambito pubblico che privato.

«È da trent’anni che lavoriamo assieme alle imprese italiane per trasformare quello che è percepito come un dedalo di norme in una grande opportunità. Lo facciamo offrendo a imprese e pubbliche amministrazioni un servizio di raccolta e avvio al riciclo di prodotti tecnologici in linea con i più alti standard europei – continua Giancarlo Morandi, presidente di Cobat –. Rispettare (e quindi conoscere) le leggi e l’ambiente significa innanzitutto essere un’azienda moderna, un partner affidabile attento a tutti i bisogni dei propri clienti e dei cittadini, ormai sempre più sensibili ai temi della sostenibilità e dell’economia circolare. Non devono essere solo le sanzioni a far paura alle imprese: infrangere la legge, in particolar modo quella che tutela il nostro ecosistema, significa rompere il patto di fiducia che si instaura con chi a quell’impresa si rivolge».

L’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente mostra il trend in crescita scaturito dalla riforma, in termini di attività illegali accertate. In Puglia, grazie alla legge 68/2015, le forze dell’ordine hanno contestato nel 2017 41 infrazioni, effettuato 9 sequestri e denunciato 94 persone, su un totale di 1.201 controlli.

Nella classifica regionale dell’illegalità ambientale, la Puglia si colloca al terzo posto con 3.119 infrazioni, il 10,4% sul totale nazionale, 982 sequestri effettuati, 3.316 persone denunciate e 65 arrestate.

Ufficio stampa Legambiente Puglia

Alessandra Adamantino 338.3904149